“Un vestito.
Cos’è un vestito?
Sì, l’abito non fa il monaco.
Ma sai per quanti anni
ho avuto paura
di mostrare
il mio esser donna?
Perché mi era stato detto
che c’era violenza
e dunque
ovunque
nascondevo le mie forme
la mia bellezza
in qualcosa di più sicuro
di più silenzioso.
Ma non ero libera:
io ero il mio carceriere.
Poi due anni fa
iniziai timida
a considerare la possibilità
d’indossare una gonna
controllando
osservando
circospetta
quasi furtiva.
“Ma se il mio vestito
provoca?
E se la gente s’accorge
di quanto sono donna ormai?
Che ho anch’io un corpo?
Che mi può succedere?
Di chi mi posso fidare?”
Cominciai nelle serate con amici
amici veri
di cui potevo fidarmi appieno.
La prima volta non successe niente.
Nemmeno la seconda.
La terza scoprii che stavo bene.
Poi iniziai a portare i vestiti più spesso
le gonne
urca le gonne!
Da piccola le odiavo
perché forse
le temevo.
Sono passati due anni.
Il mondo.
Il mondo mi spaventa ancora
perché è pieno di uomini
pieni di odio
pieno di dolore.
Dunque faccio delle scelte
perché non tutti i posti
non tutti i contesti
mi consentono
mi danno il mio diritto
di mostrarmi Donna
e al tempo stesso
di sentirmi al sicuro.
Il mondo.
C’è ancora tanto da fare.
Non è ancora un mondo di diritti veri
perché le persone devono ancora
arrivare ad un punto
in cui non hanno più bisogno
di governi
perché sono Re e Regine
di se stessi
del proprio corpo
del proprio cuore
e della propria mente.
E’ ancora un mondo lontano.
Ma lotterò per questo.
Lotterò duramente.
Sono passati due anni
e non mi vergogno più
quando voglio vestirmi da maschio
quando voglio vestirmi da femmina
posso cambiare da un giorno all’altro
come l’acqua
come il giorno e la notte
sono tutte parti di me
sacre
e le custodisco.
Voglio sognare un giorno
in cui una Donna
potrà essere libera
di girare ovunque Lei voglia
in giacca e cravatta
oppure
con un vestito.
Un vestito.”
OGNI DONNA HA IL DIRITTO D’ESPRIMERSI: cantiamole alla violenza!
Tutti uniti per il WAV Women Against Violence.