
Vorrei divorarti la pelle
per sputarne il cancro
lontano,
per tamponare subito
quell’acquitrino nero e guasto
del dolore.
Ma non si può.
Non è questa la Legge.
E se non potrò esserti Madre
per ripararti dal fiele,
allora cercherò d’esserti Sorella
e ti abbraccerò, da lontano,
nelle notti che a fatica finiscono
e ti dirò che il Vuoto
è quest’inverno
che non ci scalda
ma ci feconda l’Anima.