Sybell

IL MIO NUOVO EP: COME S’INTITOLERÀ?

Carissimi,
sono felice di annunciarvi che il mio nuovo EP scalpita per uscire. Non ho ancora una data esatta (cadrà presumibilmente tra la metà e la fine di febbraio), ma il momento del “parto” si avvicina. Dunque fervono i preparativi, tra il lavoro di grafica, accuratamente pensato non solo per l’uscita digitale (troverete infatti l’EP su Amazon Music/iTunes/Spotify), ma anche e soprattutto per la stampa del disco fisico. Brevissimo anticipo, perché non è questa la notizia di oggi, ma sappiate che potrete stringere tra le mani le prime copie fisiche nei Secret Release Party, che organizzerò a breve per presentare il disco. Saranno eventi esclusivi, di cui prossimamente svelerò i dettagli.

La notizia che condivido oggi è questa: l’EP si chiamerà “Il Canto della Dea”.

Chi mi segue da un po’ di tempo, sa già che questo EP è interamente dedicato a Madre Natura. Ogni traccia (ce ne sono infatti quattro) rappresenta una stagione, connessa poi alle festività della ruota dell’anno pagana. Il ciclo dei ritmi della natura fa da specchio a quelli dell’anima: ci sono momenti in cui siamo più portati a “stare dentro”, l’autunno e l’inverno, il buio interiore, la riflessione, l’oscurità. Altri invece in cui invece l’energia esplode e abbiamo più bisogno di connetterci, condividere, assaporare la vita, la primavera e l’estate. Sono concetti antichi, al contempo semplici e profondi. La natura ci mostra che c’è sempre da imparare, con grande umiltà. La ricerca delle mie radici e del mio radicamento, vissuta appieno negli ultimi anni, mi ha insegnato infatti l’amore per la semplicità e la genuinità.

Questo porto nell’EP: un viaggio dal buio alla luce alla riscoperta di se stessi, che parte proprio con “Il Mantra della Dea” e che si conclude con il brano dedicato all’estate, per poi ripartire daccapo, in una spirale infinita. Ogni fine è infatti al tempo stesso un inizio.

Penso a volte come la vita sia partire per un lungo viaggio, per poi ritrovarsi nel punto in cui tutto è iniziato, a casa, con uno zaino rattoppato, qualche ginocchio sbucciato e qualche ruga in più… Ma con gli occhi diversi. Diversi e nuovi. E niente è più come quando eravamo partiti. Anche se all’apparenza tutto è rimasto uguale.

Il Canto della Dea è la condivisione di un tratto di strada.
Non vedo l’ora di raccontarvelo.

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